Abisso del Vento
L’Abisso del Vento, cavità più significativa del massiccio di Pizzo Carbonara, è la grotta più estesa delle Madonie; si trova nel territorio di Isnello, sul versante nord-occidentale di Cozzo Balatelle (843m s.l.m.).
Le prime notizie sulla sua esistenza sono state trovate in uno scritto di Cristoforo Grisanti, studioso del folklore italiano e originario di Isnello; egli scrive che il località San Giovanni a sud del piccolo paese madonita, è quasi sempre possibile sentire, poggiando l’orecchio sulla roccia,uno “scroscio” dovuto allo scorrere dell’acqua.
In realtà il rumore era dovuto al flusso d’aria che attraversa il cunicolo iniziale della grotta a grande velocità, a questa caratteristica è dovuto il suo nome.
La scoperta della grotta risale al 1972, quando alcuni componenti del gruppo speleologico del CAI di Cefalù trovarono l’ingresso.
Inizialmente, quando ancora non si era scoperta l’estensione della cavità, l’Abisso del Vento ebbe risalto dal punto di vista archeologico per il ritrovamento, negli ambienti iniziali a circa 8 metri di profondità, di una sorta di tomba con pochi resti umani e reperti risalenti all’Eneolitico.
L’Abisso del Vento, con i suoi 4 km circa di sviluppo e una profondità di poco più di 200 metri, risulta essere una delle cavità più complesse della Sicilia.
Numerose forme di concrezionamento ornano gli spazi interni della grotta, tra cui stalattiti, stalagmiti, imponenti colate calcitiche, cortine, colonne, dighe e vaschette, di colore variabile tra il bianco, il giallo e il rosa.
Alcune concrezioni presentano forme particolari, come quella presente nel Ramo del Topo che prende, appunto, il suo nome da una formazione calcitica che raffigura perfettamente la testa di un topo.
Per le sue caratteristiche e difficoltà, la grotta è frequentabile solo da speleologi ben preparati tecnicamente e fisicamente. Inoltre, l'ingresso della grotta si trova su proprietà privata.